JAGUAR XF SPORTBRAKE
La scoperta è stata graduale. Il primo giorno, quando mi sono messo al volante della XF ho apprezzato lo stile, le dimensioni dell’abitacolo e l’arredamento.
di LUCA ROMANO – Mi piace il colore delle finiture, la pelle chiara, gli inserti “metallici”, la plancia, la strumentazione, il design dei comandi. Ed, infine, il colore della vettura in prova. Ho passato poco tempo al volante della XF Sportbrake, avrei voluto guidarla di più. Avrei voluto viaggiare con lei, fare molti chilometri. Perchè quel sesto senso che deriva dall’esperienza mi suggeriva che la XF Sportbrake è nata per viaggiare.
Questa sua dote s’è rilevata, confermata, lentamente, giorno dopo giorno. Si può viaggiare “casello-casello” e si può viaggiare con ritmi meno forsennati. Con Jaguar XF Sportbrake ho scoperto il viaggio “lento”. Abituato per inclinazione e per necessità al viaggio veloce, ora con la Sportbrake ho scoperto che l’andatura “sotto-codice”, con un’automobile come questa, ha un fascino che conquista.
Mi sono lasciato conquistare dalla comodità del posto di guida. Ho scoperto che gli angoli caratteristici tra posizione delle gambe, busto e braccia, quelli fondamentali, che fanno la differenza tra “stare comodi” e “soffrire al volante”, qui sono calibrati con grande cura.
Ho scoperto che il lavoro di insonorizzazione dell’abitacolo ha permesso di raggiungere un livello stupefacente. In autostrada, all’andatura di legge, non entra un rumore, che sia uno, a disturbare il confort e il cicaleccio a bassa voce che distingue ogni mio viaggio. Ed il tachimetro è fermo a 130 Km/h. E non senti il rumore del motore, il rumore delle gomme sull’asfalto, è udibile solo il fruscio aerodimico ed un poco il vortice creato dagli specchietti retrovisori esterni.
Foto: (C) luca romano