DS 7 CROSSBACK PERFORMANCE LINE, 2019 MEMORIES (SUMMER)
La bianca francese non passa inosservata nel traffico.
Un po’ perché qualcuno la ricorda accompagnare a Parigi il nuovo presidente alla cerimonia di presa del potere.
Un po’, decisamente di più di un po’, perché lo stile e le dimensioni della vettura non possono passare inosservate.
Con le altre del gruppo francese avrà pure in comune la piattaforma (la 3008 o la C5 Aircross) ma il lavoro del centro stile l’ha resa imponente, necessariamente imponente perché deve mettere bene in evidenza, con una forte presenza stradale, due cose. Il lusso e le prestazioni.
Il motore con i suoi 225 cavalli ci mette del suo anche se, parere personale solo per amor di primato di cavalleria, avrei voluto un centinaio di cavalli in più.
Ma è un’altra cosa, molto personale, questioni di brand e di orgoglio, di sfide (vere) autostradali sul filo delle due piotte alla faccia degli autovelox.
Soprattutto con Automobili understatement,
di quelle che non t’aspetti ti svernicino con brutalità.
DS 7 Crossback forse non sarebbe neanche la stessa macchina.
Ma questa è bella e per quanto bella non deve “essercene per nessuno”.
I duecento-venti-cinque cavalli del turbo quattro cilindri, comunque, sono più che sufficienti per una guida da persona normale.
Assicurano buone accelerazioni, consumi contenuti.
E’ brillante in ripresa grazie al cambio EAT8.
Con l’allungamento della mano verso il selettore delle modalità di guida, scegliendo SPORT, tira fuori gli artigli.
DS, quelle del 55, erano macchine di eleganza, buone prestazioni ma non assassine della strada.
Nel progetto DS 7 moderno i francesi hanno messo anche gli artigli del Leone di famiglia.
Non guasta… ci stanno bene.
Con DS 7 Crossback Performance Line ho dato belle zampate con gli artigli estratti (selettore su SPORT) facendo ricredere sui valori del marchio il cojone che dall’alto della presunzione e dell’arroganza tipica del prodotto germanico pensava di avere strada facile e tutta sua.
Una macchina alla quale mi sono avvicinato con diffidenza proprio perché avevo l’idea che fosse l’auto per il commendatore, quel tipo di persona stabilmente idiota che pensa d’esser giovane anche se i documenti dichiarano l’opposto.
Di quelli che pensano d’esser fighi con giacca doppio petto blu ed i jeans.
Magari pure sbucciati come va di moda.
Ante Kv19, li vojo vede’ adesso.
Invece nel giro di un paio di giorni e qualche chilometro mi sono ricreduto.
Intanto gente di vecchie, e rimosse, frequentazioni apprezzando l’auto confessava d’averla considerata per l’acquisto personale, non d’azienda.
Direi un ottimo target vista l’attività, di cui c’è traccia nella clip video press, e considerando l’età.
Ben al di sotto dei coglioni di cui prima.
Accelerazioni e dinamica in curva nei chilometri seguenti han fatto sì che fosse una di quelle (poche) auto a cui mi affeziono e mi dispiace rendere.
Forse proprio per quel tipico aspetto understatement, apparente inferiorità che d’un tratto – per contro – diventa cattiveria allo stato puro.
E non pensiate che queste siano elucubrazioni derivante da stress di 40ena.
Sono discorsi che quelli che guidano, ma guidano davvero, hanno ben radicati in mente.
Poi, quando si guida, sì è sempre lucidi e il cervello comanda gli arti quindi nessuna cazzata al volante.
M’ha fatto divertire, molto.
E’ comoda, spaziosa, il sedile di guida grazie al tunnel alto ed alle dimensioni dell’abitacolo fa sentire d’essere al volante di una vettura dal caratterino, una da dominare.
È la notte
che fa brillare
le stelle
La notte d’osservazione astronomica e gli scatti per il lavoro di copertura necessario al mantenimento di una certa credibilità dell’apparente ruolo di freelance, è stata una scusa per tornare in città presto, all’alba e senza traffico per mettere un po’ di ansia a qualcuno.
La DS 7 Crossback è parcheggiata in bella vista sul lungotevere poco prima del famoso liceo.
In spregio alla fermata dell’autobus.
A Roma è prassi comune, soprattutto quando si ha fretta di ritirare un documento.
Il piacentiniano portone è presidiato dal solito gorilla della sicurezza privata.
“Guarda che nun ce poi sta qui davanti”
Mentre pronuncia le parole nella mano gli cadono cento euro che subito lo zittiscono.
“Trenta secondi ed arrivo”
“Va bene dotto’”
Ecco, bravo, fai il posteggiatore che con quella panza che t’aritrovi altro che sicurezza privata.
“Lui” riflette sul livello di efficienza che potrebbe avere un coso del genere in caso di un attacco.
Un colabrodo, lo riducono un colabrodo prima che possa pensare a ciò che vede.
Sale le scale a due a due.
In un attimo è al terzo piano.
Due secondi per aprire con uno spadino quella porta.
Incurante delle telecamere a circuito chiuso, apre come avesse la chiave, come fosse chi di lì a poco avrebbe iniziato il suo turno di lavoro.
Altri due secondi per trovare il registro degli appuntamenti e attaccare un significativo memotak giallo.
“Ciao caro, ci vediamo…”
E la DS 7 Crossback inizia a sfilare nel traffico dei pendolari che dalle periferie raggiungono le aree direzionali.
“Lui” va a dormire.
Per le stelle degli scatti notturni c’è tempo.
Non sfuggono.