LAND ROVER DISCOVERY VISION REVEAL IN NEW YORK
Mi piace il porridge
di NICOLETTA TRIGGIANI – Tutto ciò che è “british” mi piace, mi è sempre piaciuto. Sono cresciuta nel “british”. Sin da piccola percepivo in casa le fragranze di Penhaligons, negli armadi riponevo i golf di William Lockie. Amo il porridge a colazione, il verde intenso dei prati e quello stile così classico che non tramonta mai. Londra è una metropoli affascinante. Sì, nonostante il clima non sia quello che preferisco, mi piacciono le romantiche pioggerelle londinesi. Mi piace la Range Rover, la Classic, ma detesto la Discovery. Troppo massiccia, squadrata. E non è una Defender, fuoristrada che coniuga “forma e funzione”. Un’altra cosa, infatti, la Defender: “ci sta”. Però guardando il concept che è stato scoperto a New York riconosco che c’è un cambio di stile che potrei definire “interessante”. Forse perché riprende il design, rapportandolo a dimensioni più impegnative, che la casa ha espresso con la piccola Evoque. Quell’ammorbidimento di forme, penso, fosse necessario.
I gruppi ottici molto sottili, il loro allungarsi sulle fiancate ed il cofano, il montante posteriore così inclinato verso la direzione di marcia. Ecco sono questi gli elementi del nuovo stile che reputo interessanti. Discovery Vision sembra, in questo concept, perda quella “durezza” che non mi piace, non mi è mai piaciuta, della versione attuale.
Gli inglesi hanno annunciato il lancio commerciale del nuovo modello nel 2015, intanto è stato anche detto che per la gamma Discovery verrà commercializzata una versione Discovery Sport che dovrebbe essere la prima espressione di questo concept.
Tra le caratteristiche peculiari della Discovery Vision l’abitabilità/convivialità, la flessibilità degli allestimenti interni (da quattro a sette posti, le configurazioni posto/passeggero), la dimensione del bagagliaio.
Inutile scrivere ciò che dovrebbe essere di facile immaginazione, ossia che per trazione e dinamica di marcia sarà al miglior livello degli standard della casa inglese. Però val la pena di citare il Laser Terrain Scanning: un “aggeggio” che grazie al laser all’infrarosso emesso dai fendinebbia scansiona il terreno davanti alla vettura, ne traccia una mappa (visualizzata sul display) e passata al sistema di guida All-Terrain con il quale la confronta e traccia una rotta assistendo il pilota nella guida.