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PORSCHE 919 HYBRID

Porsche 919 Hybrid, Porsche Team: Timo Bernhard, Mark Webber, Brandon Hartley

Porsche 919 Hybrid, Porsche Team: Timo Bernhard, Mark Webber, Brandon Hartley

AL PAUL RICARD 3.556 KM PERCORSI DALLA VETTURA DA CORSA PIÙ COMPLESSA MAI COSTRUITA DA PORSCHE.

PER VINCERE UN ALTRO TITOLO ALLA 24 ORE DI LE MANS E DIMOSTRARE QUANTO UNA PORSCHE POSSA ESSERE VELOCE E “RISPARMIOSA”. 

(Grazie Forattini per aver inventato quella parola*)

(di Luca Romano) – IN TV CON DRIVELIFE DEL 12 APRILE – DURATA, 02’ 20” –  I poco più di trenta secondi della clip d’apertura della puntata sono importanti perché indicano il progresso fatto dall’automobile elettrica in questi dieci anni.

Parliamo ancora qualche secondo di BMW sulle immagini dei test in pista, al Paul Ricard, della 919 Hybrid che Porsche ha portato nel sud della Francia per la preparazione alla stagione sportiva 2014 del WEC, il campionato del mondo.

Non è un caso che la clip della i8 proponga immagini con una strada assimilabile ad una pista. Ma oltre al nesso di comunicazione c’è un importante punto di convergenza, di interesse dei costruttori verso lo sviluppo dell’auto elettrica con la sperimentazione sportiva in campionati di livello mondiale come il WEC, il Fia World Endurance Championship.

Non a caso Matthias Müller dichiara che oltre alla vittoria quest’anno per Porsche è importante mostrare quanto la 919 sia veloce ed allo stesso tempo capace di risparmiare energia.

E’ la scommessa dell’industria automobilistica e Porsche vi prende parte con la sua vettura da corsa più complessa mai costruita. Müller è il Chairman of the Excutive Board di Porsche AG. Non proprio l’ultimo degli arrivati…

Dieci anni – più o meno – e l’auto elettrica è diventata una vettura di uso quasi comune. Non pensiamo solo all’Italia, storica ritardataria per le questioni automotive, ma valutiamo la diffusione e la considerazione che le zero emissioni hanno in altri paesi. In Italia, sembra – ed il condizionale è d’obbligo – che Tesla abbia intenzione di costruire una rete di stazioni di ricarica veloce sulla A1 così da poter viaggiare da Napoli a Milano senza doversi preoccupare dell’autonomia. Tutto questo è passato, anche, attraverso le corse.

E, entrando in argomento con le immagini della 919 Hybrid al Paul Ricard, questa Porsche su quel circuito, nei giorni scorsi ha percorso una distanza di fondamentale importanza per verificare la meccanica in prossimità della prima bandiera a scacchi.

La vettura numero 14 condotta da Dumas/Jani/Lieb e la numero 20 con al volante Bernhard/Hartley/Webber hanno percorso 614 giri coprendo la distanza complessiva di 3,556 chilometri.

Sulla distanza di un giro, quasi sei chilometri, la 919 Hybrid guidata da Hartley, ha fermato il crono su 1:41.289, segnando una differenza sulle più lente GT di oltre venti secondi.

E sulla lunga distanza la 919 Hybrid non è stata inferiore alle aspettative coprendo due turni di sei ore ciascuno, pari alla distanza di una gara di dodici ore.

Un prologo alla stagione che ha confermato la capacità di una vettura ibrida di essere al passo, anzi superiore, delle migliori automobili da corsa.

E che segna il ritorno, dopo sedici anni di assenza, alla categoria LMP1 per correre la 24 Ore di Le Mans per aggiungere un’altra vittoria alle sedici già conquistate sul circuito francese dove si disputa una delle competizioni – forse l’unica – leggendarie dell’automobilismo sportivo.

Ogni appassionato di motorsport per definirsi tale deve andare al circuito della Sartre. Imperdibile.

*Uno dei claim della campagna di lancio ideata dal celebre disegnatore satirico Giorgio Forattini per la  FIAT Uno, quella voluta da Vittorio Ghidella.