DRIVING VOLVO V70 D2 POLAR –
#Teaser 3 – End of the game, insert coin to game over
L’estate sta finendo. Come poter ovviare alla frase più sciocca “è tempo di bilanci”?
Riferito ad un mese di guida con la Volvo V70 D2 Super Polar, quella con l’aggiornamento del modello 2014. Forse aggirando l’ostacolo ed entrando subito nel racconto di tanti pensieri, che, chilometro dopo chilometro, hanno accompagnato la prova “vacanziera”. Oppure, meglio ancora commentando le fotografie del quadro strumenti che meglio delle mie parole descrivono alcuni dei valori, dei vantaggi, della V70 D2.
Superstrada E45, ore 18:56 del 6 Agosto, prima di SanSepolcro. Leggi:
Km / litro 20,3 – autonomia 1.000 Km – velocità 128 Km/h (sì, c’è il limite… lo so, ma dovevo fare la foto. È stato un attimo.
**Da notare, qui e nelle altre fotografie, la velocità di marcia, il numero dei giri in sesta marcia (il cambio di questo esemplare è manuale), il cruise control inserito, lo stato del livello di carburante (a sinistra), l’indicatore della percorrenza litro per chilometro (a sinistra, tra l’indicatore del livello serbatoio ed il tachimetro), la temperatura esterna (aria condizionata “a palla”, quindi) mentre a destra si legge l’autonomia di viaggio rimanente.
Ancora una nota: l’ora dello scatto. Il viaggio era iniziato circa un’ora prima. Ergo: sarà anche per la forma del serbatoio ma in un’ora di cammino l’indicatore del carburante segna ancora il pieno. Liberi di non credere.**
(da drivelifemagazine.tumblr.com)
Superstrada E45, ore 20:24 del 6 Agosto, dopo Perugia. Leggi:
Km / litro 14,1 – autonomia 1.025 – velocittà 118 Km/h
Quadro strumenti a fine viaggio, destinazione raggiunta
Ore 21:28, autonomia 800 Km.
Distanza percorsa tra le 18:56 e le 21:28 Km 228 perfettamente in linea con il valore di autonomia residua dichiarata dallo strumento. E non tutto il percoso è stato compiuto da bravo ‘scolaretto’.
Nella pagina la documentazione fotografica della capacità di combinare dinamica di marcia eccellente con valori di consumo per litro da utilitaria. Ma ciò che le fotografie non possono raccontare è quello che si prova al volante di un’automobile così grande e confortevole mossa da un motore così piccolo ed economico.
La foto descrive un dato pressocché oggetivo (non voglio entrare nella questione della filosofia della rappresentazione della realtà attraverso una immagine bi-dimensionale…) con valori dichiarati in quell’istante. Guidare un’automobile è una somma di sensazioni ed emozioni che solo le parole possono cercare di descrivere. Oppure entrare in concessionaria e chiedere di fare un giro prima di comprare. Oggi pur di vendere magari ve la lasciano per più del classico giro del palazzo con il co-equipier.
Ho guidato, in lontano passato, nell’ordine: una Volvo 850 con motore 5 cilindri a benzina e 143 cavalli, trazione anteriore, poi una T5 con motore benzina cinque cilindri turbo, trazione anteriore, 211 cavalli.
Sono state affiancate negli anni successivi (sempre anni lontani) due doppia trazione: una 850 AWD ed una V70 Cross Country. In comune avevano il motore, sempre quello con cinque cilindri benzina sovralimentato, e la potenza di 211 cavalli. Diversi gli assetti. Tutte e quattro simili per alcuni tratti ‘somatici’: grande confort, eccellente tenuta di strada, capacità di carico sorprendente, stabilità e reattività. Consumi più che adeguati a prestazioni e peso. Con la T5 potevi fare anche cinque chilometri con un litro. Ma da una città all’altra le distanze si accorciavano in modo proporzionale alla fretta.
L’equazione tanta fretta, tanti chilometri, tanto consumo, pochissimo tempo era risolta da quel cinque.
Allo stesso tempo la T5, quando non avevi fretta, era capace di fare tredici chilometri con un litro. Viaggiando a velocità adeguata, ovvero dentro i limiti dei 130 Km/h in autostrada. Questi dati furono argomenti di feroci ed appassionate discussioni con i detrattori della marca svedese, sempre volti a suo favore dai dati alla pompa e dalle carte carburante. E’ chiaro che le prestazioni di rilievo generassero, oltre al consumo, anche emozioni di pari livello. Era un bell’andare. Gratificante. E sempre in grande sicurezza.
Con questi ricordi scendere su una V70 con motore a gasolio millessei, lasciatemi commentare, un po’ di curiosità l’avevo. Del tipo: è grande, sarà senz’altro confortevole, chissenefrega delle prestazioni. Con l’aria che tira meglio, vorrà dire: rispetto del codice stradale, scarsa frequentazione delle aree di servizio. In soffitta le prestazioni mi godo il viaggio, e la compagnia del paesaggio. Non sono più, questi, i tempi del casello-casello. Amen. Siamo in un’altra epoca. M’adeguo.
La E45 mi aspetta. La preferisco alla autostrada perché la densità di traffico è molto più bassa e la probabilità di incontrare l’imbecille di turno che ti si attacca al paraurti è rara. Alla messa in moto con il pieno la V70 denuncia un’autonomia soprendente, oltre mille chilometri. Sì, mille chilometri. Va bene dentro il serbatorio ci sono circa settanta litri.
E con la messa in moto arriva la prima sopresa. Questa automobile non “pesa”. Non provo quella sensazione di *sotto*-*dimensionamento* del motore rispetto alla vettura ed al suo peso. Quell’orribile fatica che ti fa sembrare di essere il nano contro il gigante. No, la V70 è palestrata. Questa ha muscoli, si muove con una agilità sorprendente. Merito della “prima”? No, va così anche nelle marce successive, la seconda, la terza, la quarta, la quinta ed infine la sesta. Caspita! E che coppia **”cià ‘sto”** motore?
Ecco qui, alcune specifiche dalla doc press kit:
***”La versione D2 della V70 monta un propulsore diesel da 1.6 litri. L’unità sviluppa 115 CV di potenza e una coppia di 270 Nm. Il motore D2 abbinato al cambio automatico Powershift garantisce consumi di carburante e livelli di emissioni di CO2 ridotti come quelli della versione manuale: 4,5 l/100 km (Ciclo Combinato EU), con emissioni di CO2 pari a 119 g/km.”***
Rallegrato dalle doti di coppia del piccolo D2 (non dite che è superdotato… lo scrivo io) comincio a pensare che questa sia una automobile tutta da scoprire. Un pensiero che ha ceduto subito il posto all’idea che questa è un’automobile intelligente. Una constatazione che mi ha accompagnato per tutto il mese, ogni volta che l’ho guidata. Sorprendendomi sempre per le sue capacità dinamiche. Anche quando oltre al sedile del driver era occupata la poltrona del passeggero e pure il divano posteriore. E nel bagagliaio c’era anche la valigia della ‘suocera’. Condizione familar-vacanziera tipica che mette in crisi fior fiore di berline, wagon e sport utility. Ebbene nonostante ciò, consapevole di non ottenere il miracolo, la V70 D2 ha affrontato il ring autostradale a testa alta magari non vicendo per KO ma senz’altro ai punti. Quelli che contano: ossia media elevata e consumi contenuti. Il contrario esatto della mia ultima AWD. Ma senza farmi rimpiangere, neanche per un istante, quelle doti dinamiche.
Infine un paio di osservazioni, anche maliziose. Amo la montagna e decido di fare i Quattro Passi, o peggio, il Passo dello Stelvio. Come se la cava il piccolo millessei con quei 48 tornanti da scalare? Non lo so, ho frequentato le spiagge, quest’anno.
Un motore così dovrebbe esser stato progettato con specifiche un tantino tirate, la domanda è: quanto dura prima di avere il fiatone? Non è un’automobile di proprietà, non posso saperlo. La vita media di un motore è intorno ai duecento/duecentocinquantamila chilometri. Io penso che vi stanchiate prima. Ci sarà senz’altro un’altra Volvo ad attendervi. Di quelle con il motore Drive-E. Magari comprerete un’ibrida, così dura ancora di più.
Sono 2 motori, no?
Quindi dura il doppio.
ah, ah, ah… dai che scherzo, ogni tanto ci sta. Qui mica siamo “cronometri & bilancini”, un po’ di goliardia, suvvia!
😉
nota, le foto del quadro strumenti sono disponibili solo su Drivelife.it