Gialla, come le mimose di primavera. Come l’invidia che cogli negli occhi di chi la guarda e non la guida, ma è al volante della solita, anonima automobile, magari bianca perché va di moda così.
(di NicTriggiani) – Panda Cross è diversa e non puoi non notarla. Divertente e anticonvenzionale nella linea, pratica e rassicurante al volante. Assetto di guida rialzato e ti senti che potresti arrivare guidandola dall’altra parte del mondo. Mare, montagna o campagna, arriveresti ovunque, senza dimenticare i percorsi di guerriglia urbana. Per Roma, la mia città, è perfetta ed anche un po’ fighetta. Lo ammetto, Panda l’ho sempre amata. Così pratica, rivoluzionaria, alternativa. La mia prima macchina, ricordi.
Questa è tutt’altra cosa… ma lo spirito è immutato.
I toni pastello si rincorrono nel gioco dei riflessi tra specchi e vetrine di questo angolo parigino al centro di Roma. Molto chic.
Lilla, rosa, verde menta, giallo canarino sono i colori delle piramidi di macaron che promettono di deliziare il palato. In effetti l’esperienza è unica, il contrasto di consistenze e la delicatezza degli aromi e dei sapori sorprendono.
Thé Mathilde ai fiori di gelsomino e magnolia o cioccolata calda?
Non ho dubbi: cioccolata. E panna. Perfetta per temperatura e densità. E’ tutto quasi troppo perfetto, ogni dettaglio è così curato da sembrare di essere sul set di Marie Antoinette, il film di Sofia Coppola.
In fondo è questo il tema della giornata e l’immedesimazione è quasi completa se penso agli abiti esposti nella mostra “ I vestiti dei sogni”. Mostra, lo ammetto, che ho visto quasi correndo da una sala all’altra, ammirando solo distrattamente i vestiti degli altri costumisti perché alla ricerca fremente di quelli indossati da Kristen Dunst.
D’improvviso è primavera.
Impossibile non riconoscerli. Non è necessario neanche leggere il cartellino per avere la conferma che quelle meraviglie di seta e di tulle, quelle meraviglie decorate con piume e strass accostati con vera maestria, quelle meraviglie dai colori pastello così zuccherosi che evocano frivolezza, siano l’esempio dell’eccellenza e del genio creativo italiano di Milena Canonero, Oscar nel 2007 proprio per questi costumi.
La mia attenzione, però viene attirata dal bianco dell’etichetta Manolo Blahnik. In una piccola vetrina ecco l’oggetto del desiderio: un paio di mules di seta color rosa tenue, decorate con tulle ton sur ton e con strass argento e fucsia. Guardo subito il tacco. Uno stiletto da otto , forse dieci centimetri.
Sì, potrei farcela a scappare indossandole, anche giù per la scala monumentale di Palazzo Braschi…
L’ indirizzo è già fonte di ispirazione. Qui c’ è il quarantuno… Ma è al quarantuno!
Ecco, Galleria l’Attico.
La porticina minuscola ricavata dall’immenso portone verde si apre con uno scatto.
Mi sembra di andare ad un incontro segreto.
Primo piano ha detto la voce.
La porta si apre ed eccole, eccoli.
I primi due vestiti dipinti sulle tende bianche di bisso. Belli. Sono vestiti estivi, entrambi neri, lunghi con la gonna ampia, scollati il giusto e con le spalline larghe. Evocano serate calde, risate sommesse, profumo di mare. Viene voglia di indossarli…
Si muovono appena, come per un inchino di saluto. Belli.
Anche nella sala accanto le due grandi finestre sono aperte, ma i vestiti dipinti questa volta sono bianchi. Tono su tono. Eterei con trafori e ricami, anche loro ondeggiano appena. Stasera il Vento è leggero. Stuzzica lievemente le tende. Solo lui può agitarle, animarne i vestiti, dar vita a quelle damigelle invisibili, farle ballare nei loro abiti ma stasera si fa desiderare…
L’atmosfera è quella di attesa. C’è silenzio nelle sale, anche nella terza, la più grande, che ospita altri vestiti neri che aspettano alle finestre, mentre basta girarsi ed ecco l’ultimo, forse il più importante.
Appare in fondo ad un piccolo palco teatrale, tutto buio, nero. Incorniciato dalle ante impreziosite da fregi dorati di una porta: è lì, messo in risalto dalla tenda bianca. Appare come fosse indossato dalla festeggiata, dalla regina della festa, anche lei però in attesa di lui, del Vento: come le altre…