FCA

2015 Chrysler 200S

ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA

FCA, FIAT CHRYSLER AUTOMOTIVE. È IL NOME CON CUI MARCHIONNE  IN QUESTA SETTIMANA HA BATTEZZATO LA “NUOVA” CASA AUTOMOBILISTICA DI TORINO. CHE HA SEDE IN OLANDA E PAGA LE TASSE IN GRAN BRETAGNA. IN ITALIA? PER ORA LA PRODUZIONE SPERANDO NELLA RINASCITA DELL’AUTOMOBILE ITALIANA. INTANTO A DETROIT 2014 IL GRUPPO HA PRESENTATO LA CHRYSLER 200 SEDAN 

IN TV CON DRIVELIFE DEL 1 FEBBRAIO – DURATA, 02’ 10” –  Basterà il nuovo logo a convincere i clienti italiani che l’abile gestione industriale (e politica) di Sergio Marchionne abbia dato vita ad una FIAT completamente diversa da quella che per oltre cento anni ha “mobilizzato” gli italiani?

Sergio Marchionne, per ruolo e per carattere (probabilmente), non può che fare gli interessi dell’azienda e del gruppo di comando al quale è legato, oltre che dallo stipendio (lauto) anche da un obbligo di correttezza professionale. In questo momento – è evidente – gli interessi dell’azienda sono quelli di non soccombere. Qui in Italia.

Fare un parallelo tra FIAT ed Electrolux potrebbe sembrare incongruente, ma il filo conduttore che lega i due grandi gruppi industriali è quello del costo del lavoro. Troppo alto in Italia: Electrolux con una affermazione “scioccante” ha preso una posizione che può far pensare ad una dismissione dei siti di produzione in Italia.

FIAT non ha ancora intrapreso questa strada, in modo così aperto, perché non può permetterselo, pena una conflittualità sociale “distruttiva”.

Ma di fatto, al di là dei bei proclami in conferenza stampa, c’è da osservare attentamente il percorso che Marchionne ha intrapreso. Marchionne e FIAT non possono soccombere alla crisi (ed alla politica) in Italia. Di questo passo, con le quote di penetrazione in costante riduzione, anche quelle poche macchine ancora prodotte in Italia andrebbero perdute. E perdute quelle sono perduti i posti di lavoro diretti e quelli dell’indotto collegato.

Non è possibile pensare di sopravvivere “giocando” solo sul mercato italiano e / o quello europeo. Chevrolet docet: l’annuncio – pesante – dell’abbandono del fronte europeo da parte degli americani, deve far riflettere. Qui non c’è più spazio per chiacchiere ed iniezioni di incentivi. O si cambia – radicalmente – oppure si muore. Tutti. Sergio Marchionne lo sa e con abile politica “cerchiobottistista” sta lavorando per la sopravvivenza del gruppo. Consentendogli di giocare una partita a livello internazionale e ben oltre dai confini europei, proprio grazie a Chrysler.

Scritto questo, ecco qualche numero sulla Chrysler 200 Sedan, per la verità automobile dalle linee molto “americane”.

Semplice eleganza, esperienza di guida esaltante, tecnologia facile da usare e senso del bello: le nuovissime 2015 Chrysler 200 segnano un nuovo corso per gli appassionati di middle-size sedan.

Il 2015 Chrysler 200 debutta con un design esterno che caratterizza il nuovo  “volto” del marchio Chrysler che veste novità meccaniche interessanti: telaio italiano, Alfa Romeo, cambio automatico a nove marce di fabbricazione ZF.

Sotto il cofano invece ci sono motori americani, si tratta del quattro cilindri di 2,4 litri con oltre centottanta cavalli e del 3,2 litri Pentastar, un V6 con oltre duecentosettanta cavalli. Questo, fuori mercato in Italia: ma visto che il telaio è italiano chi si stupisce di vedere, prima o poi, un “biscione” sul cofano vuol dire che è rimasto al secolo scorso.

Prezzo di vendita, stimato, negli Stati Uniti, circa 22mila dollari.

(lr)

 

 

 

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