FACCIA DA DURO
IL CARATTERE DINAMICO DI QUESTA VERSIONE È FORTE,
VOLITIVO, MUSCOLOSO
Drivelife scrive: è un’automobile ma in questo caso prende il genere maschile. Si dice “il Mokka”. E la definizione calza a pennello perchè il carattere dinamico di questa versione è forte, volitivo, muscoloso. E’ vero che questo tipo di automobili, middle/little SUV, fa l’occhiolino alle fanciulle… ma questo Mokka, non direi proprio. E non perché io reputi le fanciulle delicate creature. Anzi, certi caratterini ci sono in giro!
Penso ad un target maschile perché al volante di Mokka mi son trovato bene? Si, penso proprio di sì, per questo. Mi è piaciuta nonostante fossi un po’ scettico sul tipo di vettura in generale. Ma visto il successo di mercato che le piccole SUV hanno in questo momento, devo ricredermi. Cambiare idea di fronte alla evidente qualità di Mokka.
Lo stile è deciso, le soluzioni adottate per gli elementi distintivi dei tratti Opel sono di forte connotazione. Mi riferisco al frontale importante grazie alla dimensione dello scudo paraurti, alla griglia del radiatore ed ai gruppi ottici. In questo esemplare corredati dalle lampade allo xeno, che fanno sempre – ed ancora – un certo effetto.
Ma quello che calamìta l’attenzione è l’andamento della linea di cintura, ossia la linea che separa la superficie vetrata dalla carrozzeria degli sportelli, qui disegnato con un taglio inclinato molto coraggioso. E le grandi superfici degli sportelli posteriori e l’arco passaruota sono modellati con un bel gioco di piani e ombre/luci che rafforzano il carattere volitivo di Mokka. E, degna conclusione di uno stile esemplare e mai banale (come certe concorrenti jap) la definizione del terzo montante, quello posteriore, rastremato come la poppa di uno IOR (International Offshore Rule, formula di stazza sportiva per yacht d’altura, nulla a che vedere con il Vaticano ed i suoi segreti finanziari) pronto per impegnarsi alla Fastnet.
I passi accompagnano lo sguardo e scoprendo il volume del bagagliaio ti accorgi che il lunotto posteriore, è piccolo, sì, ma non sacrifica la visione dallo specchietto, e sormonta un portellone enorme. Necessario per chiudere un bagagliaio che è una voragine ed un divano posteriore dove potrebbe sedersi anche un ‘cestista’.
In prova, in questi giorni, ho guidato la versione 4×2 equipaggiata con il motore diesel 1.7 e con 130 cavalli di potenza. Rilievi? Apprezzamenti? Ho il piede pesante ed il consumo ha attirato la mia attenzione. Non tanto il numero (5,7 litri per cento chilometri, dall’ultimo rifornimento e 7,5 litri nel complessivo del periodo di prova) quanto il numero di volte che ho rivisto il mio amico Luciano, benzinaio della casa. Ma è vero che ho percorso tanti chilometri, in città e fuori città e senza andare troppo per il sottile. Non ho guidato piano, tanto per essere chiaro. Volendo capire fino in fondo le qualità di stradista di questa automobile. Il cui baricentro è, innegabile evidenza, decisamente alto. Curiosità, quindi, di sentire il suo comportamento e la sua stabilità. Per carità, nessun eccesso e nemmeno imprudenza: ma se vai piano piano… be’ allora sono tutte ottime automobili.
Qui, con Mokka, ti devi abituare al passo corto che regala un po’ vivacità e temperamento, in linea con il suo carattere. Insomma un’automobile che da’ soddisfazione, il Mokka. Vivaddio!
Apprezzamenti? Direi diversi. Mi piace avere il controllo della macchina che guido e non lasciarmi trasportare, assistito da una moltitudine di attendenti che, seppur utili, rubano emozioni in ragione della sicurezza.
Apprezzabilissimi. Altrettanto apprezzabile, però, non superare i limiti di velocità, andare piano sul bagnato, non mettersi al volante in stato confusionale o, peggio, dopo abbondanti bevute, mantenere la distanza di sicurezza.
Insomma, come scriviamo spesso, tenere collegato il cervello con i propri arti e con le condizioni di traffico e strada.
Con Mokka, da una posizione di guida molto confortevole, senti di avere il controllo del mezzo, valutare la situazione della strada e del traffico grazie ad un’ampia superficie vetrata. Ed anche quella vista per il tre/quarti posteriore, spesso un tallone d’achille che potrebbe celare una insidia, grazie a quel montante così inclinato, non disturba e rende un ricordo il torcicollo che spesso sono obbligato a patire.
Sulla plancia qui domina il principio 1-pulsante-1-comando. E’ una consolle d’aeroplano ma la razionalità della disposizione facilita qualsiasi azione di attivazione/spegnimento. Strumentazione dal piglio sportivo con ripetitore di funzione tra i gli analogici circolari. Il display sul tunnel racconta così tante funzioni che in quindici giorni di prova su strada non ho fatto in tempo ad esplorarle tutte.
Motore robusto con ottima disponibilità di coppia e buona trasmissione alle ruote anteriori. Questa è la due per quattro e nonostante le impertinenti accelerazioni il Mokka ha i semiassi anteriori ben equilibrati e non si scompone con orribili strattonamenti da una parte all’altra sul volante. Progressiva l’accelerazione ed altrettanto progressiva la decelarazione. In frenata preferisco maggiore prontezza alla pressione sul pedale del freno. Qui la corsa piuttosto lunga mi obbliga ad assumere un’abitudine diversa.
Oggi, al rientro del Mokka, lo guardavo in strada dalla seconda macchina. La vista frontale è importante, è un po’ alta, sezione ben equilibrata tra parabrezza e lamierato del cofano discendente verso la griglia ed il paraurti. E’ un tipo di automobile che non mi fa gioire troppo, le preferisco basse e più larghe. Tuttavia questo Mokka ha qualcosa di intrigante, di forte, che lascia in secondo piano le disquisizioni sulle auree proporzioni.
Certo si fa notare, è molto bella come ha detto uno mio spettatore, ieri, durante lo shooting fotografico. Si informava del prezzo e della marca. Ed era sorpreso che il Mokka fosse una Opel.
Segno che il nuovo corso voluto a Rüsselsheim ha dato i suoi frutti. Grazie ad Adam, Mokka e poi Cascada (*), Opel ha centrato dei prodotti che, finalmente, suscitano emozione e fanno girare la testa.
(*) Vista dal vivo, bel colore amaranto scuro, quasi un Terra di Siena, con capote in tela tono su tono. Bel frontale ma bellissima coda! Elegante, di classe. Incredibilmente bella.
Qualche nota più tecnica su Opel Mokka
Prezzi a partire da 18.450. La versione in prova costa 23mila euro nell’allestimento EGO e 24.500 con quello, più ricco e top di gamma COSMO. Motore 1.7 litri con 130 CV e cambio manuale a sei rapporti. Con millecinquecento euro di più c’è la versione con cambio automatico. E con altri 500 euro è disponibile il Mokka con la trazione quattro per quattro.
Il motore CDTI 1.7 con 130CV dispone di 300 Newton metri di coppia ed il consumo dichiarato è di 4,5 litri per cento chilometri. Le emissioni sono di 120 grammi di CO2 per chilometro. Nella omologazione il costruttore dichiara una velocità massima di 187 Km/h ed una accelerazione da 0 a 100 Km/h compiuta in 10,5. Tra i dispositivi di controllo della dinamica di marcia sono segnalati l’ESP con l’Hill Start Assist, per le partenze in salita, e l’Hill Descent Control per la marcia in discesa.
Di serie l’allestimento Cosmo, in più, rispetto alle altre versioni, offre il bracciolo per il sedile di guida, cassetto portaoggetti sotto il sedile del passeggero, il clima bi-zona, le maniglie esterne con cromatura, una presa 230V sulla consolle, retrovisori esterni elettrici riscaldati e ripiegabili, sensore crepuscolare per i fari, il sensore pioggia e quelli per il parcheggio, lo specchietto retrovisore interno foto-elettro-cromatico. Ed infine, come si vede dalle nostre fotografie i vetri posteriori oscurati.
Non è possibile conoscere, per me, ora che scrivo, la lista degli accessori extra della versione guidata ma la ricca dotazione, tra i quali anche una vernice metallizzata “premium”, probabilmente fa salire il prezzo finale.
Se vi piace il tipo, soldi ben spesi.
Photobook ©mrlukkor