BENTLEY

ADDIO MULSANNE.


MULSANNE / BENTLEY
BENTLEY MULSANNE / ©Bentley – drivelife

BENTLEY, il film celebrativo / ©Bentley – drivelife

BENTLEY

In qualche modo ci si potrebbe ricollegare al post del design. 
Quello celebrativo del design award per la Mazda 3. 
Perché qui, con Bentley, le cose potrebbero cambiare. 
Potrebbero perché non sempre soldi van d’accordo con classe e stile. 
In Italia, dai calciatori in su e giù nelle mie personalissime graduatorie di gente discutibile, per professione e per signorilità, ne abbiamo fulgidi esempi. 
in linea di principio – però – Bentley rappresenterebbe l’auto ideale di quella élite che arriva a questo marchio perché appartenente a dinastie che ai soldi hanno, dalla notte dei tempi, affiancato mecenatismo, spiccata propensione al bello (grazie al quattrino, comunque) migliorata, perfezionata, con il passare delle generazioni e con il rinforzo dei forzieri.
Fino a far dimenticare discutibili origini tra banditismo, pirateria e vassallaggio.
Il marchio inglese, dunque, si rivolge a quel cliente che dovrebbe essere in grado di apprezzare il bello. 
Inteso questo non solo come l’aspetto estetico ma nel complesso di ciò che brutto certo non può definirsi.
Oggi il marketing con un marchio del genere, pur a fronte di formidabile concorrenza, Rolls, Aston, Bugatti, Maybach… ha gioco facile nel vendere un marchio come Bentley.
Perché nell’idea collettiva rappresenta l’esclusività di chi conosce le automobili. 
Rolls? 
Patrimonio, anche, dell’arricchito.
I due gruppi, gli imperi tedeschi di BMW e Volkswagen, lo sanno bene e la lotta è senza esclusione di colpi. 
Maybach da Pechino li osserva.

La notizia.

Che poi… notizia non è perché è un’info a proposito della clip qui in pagina. 
Comunque, trova conforto nel documento ufficiale emesso il principio che il marchio Bentley sia il marchio di lusso più ambito al mondo.
Certo ad un tal italiano assurto alle cronache di /mal/ costume non l’avrebbero dovuta vendere la Bentley che guidava.
Bentley, il marchio e le sedi, sono a Crewe.
Qui, a Crewe, lavorano circa quattromila persone per la produzione di quattro linee di modelli, Continental, Flying Spur, Bentayga (bellissima) e Mulsanne.
Quattro gioielli orgoglio dell’industria delle auto di lusso britannica. Tradizione ed avanguardia tecnologica sono tramandate di generazione in generazione.
Nella comunicazione si dice sempre così, qual che sia il marchio, lo usano persino in fiat e quelli di parigi, i francesi di renault che è tutto dire.
Ford pure.
Ebbene tutta questa alchimia di tradizione, innovazione, prestazioni, lusso e status è raccontata nella clip dedicata alla Mulsanne che festeggia nel 2020 i dieci anni, e la fine, della produzione.
Grazie al Kv19 la fabbrica ha anticipato l’uscita di scena del celebrato modello che cede il posto, ed il passo per ora, alla Flying Spur.
La Mulsanne venne presentata a Pebble Beach (ma va’…) nel 2009 e la produzione si chiude, ora nel 2020, con l’ultima versione l’Edizione 6.75 di Mulliner.
Trenta esemplari costruiti a mano.
A Crewe.
Bentley sottolinea che gli impianti di produzione sono chiusi per tutelare i suoi dipendenti. 



Certo che chiamarli forza lavoro nel comunicato stampa ufficiale di Bentley Milano da’ la misura di quanto, in Bentley, considerino i dipendenti ed i quattrini.
Congrats!
Complimenti se non alla comunicazione dalla fabbrica, quanto meno a chi ha fatto, in Italia presumo, la traduzione dall’inglese e per chi l’ha approvata. 
Bravi, bravi davvero.

Potrebbero interessarti anche...