GENTE DI MISANO, DS 4 / DS 4 Crossback
Galleria fotografica (Archivio DS ©Passaniti)
(lr) – Certe volte nella vita si ha qualche piccola fortuna. Come quella di poter raccontare, in poche righe… cosa significhi guidare una DS Pallas. Quella Pallas, a differenza della DS 23 di DS Italia, nelle immagini della clip, era una Citroen DS 21 Pallas. Bianca con interni rossi e bianchi. Tenuta con grande cura dal suo proprietario che, al momento dell’acquisto, l’aveva preferita ad una Mercedes. Essì, perché a quei tempi (Anni ’70) la Citroen DS Pallas era l’alternativa a Stoccarda. Un’alternativa distintiva che poneva il cliente/proprietario in una dimensione di eleganza francese, d’alta moda, quasi, che era, invece, sconosciuta a chi sedeva al volante delle Mercedes. Anche perché allora girava la battuta “togliete la Mercedes a quello che la guida in canottiera in Costa Smeralda…”
La cura quasi maniacale con cui quell’auto era conservata mi ha sempre messo soggezione, ricordo con quanto timor riverenziale (patente fresca…) mi avvicinai alla portiera lato guida per – finalmente – salire a bordo non da passeggero, bensì da driver.
Abituato alla FIAT entrare in quel lusso fu quasi “scioccante”. L’abitacolo sembrava appena finito, opera delle sarte di YSL, con quell’arredamento bianco e rosso, con divani giganteschi (ricorda: ero appena sceso da una FIAT), larghi, comodi, profondi, accoglienti, insomma il salotto di un’attico a Place Vendôme. E poi le due poltrone, due ma non separate, così davanti ci potevi stare in tre, (cambio al volante… freno di stazionamento a pedale…) altrettanto grandi, spaziose. Grandi viaggi, da Parigi alla Normandia… per esempio. Oppure un tour nella regione dello champagne. Quella era la mission della DS.
Ma la cosa che mi colpì di più, al di là della dinamica di marcia fu la sensazione di “soffice” che sentii sotto i piedi appena al volante.
Quello non era un tappetino qualunque.
Era la differenza tra un’automobile ed una macchina.